sabato 27 febbraio 2016

MyLife - IN RICORDO DI TECLA DOZIO (Un articolo autobiografico)


Salve a tutti!... Il 6 febbraio scorso, purtroppo, ci ha lasciati Tecla Dozio, donna di grande generosità e cultura, proprietaria fino al 2009 della storica Libreria del Giallo-La Sherlockiana di Milano, Direttore Editoriale della Collana Impronte di Todaro Editore, e fondatrice, assieme ad Andrea G. Pinketts, del movimento letterario La Scuola dei Duri.
Tecla ha avuto il grande merito di trasformare la propria libreria in un salotto letterario. Sì, un salotto. Perché ogni volta, alla fine della presentazione di un libro, dava il via alle libagioni offrendo a tutti un sontuoso aperitivo, a volte comprensivo anche di un primo, che valeva come un pasto.
Era in questi momenti che ci si poteva intrattenere e conversare amabilmente con lei e gli scrittori e gli editor lì presenti - come Andrea G. Pinketts, Andrea Carlo Cappi, Stefano Di Marino, Alan D. Altieri, Carlo Oliva, Patrizia Debicke van der Noot, Arianna Zini, Barbara Garlaschelli, Giancarlo Narciso, Luca Crovi, Diego Cajelli, Carlo Lucarelli, e molti altri, più o meno noti, che venivano da tutta Italia a presentare i loro libri -, trasformando la Libreria del Giallo in un vero e proprio salotto culturale, sentendosi tutti a casa.
Persino star dello spettacolo, come Ricky Gianco e Wilma De Angelis, e uno scrittore di fama internazionale del calibro di Jeffery Deaver, hanno fatto capolino nella sua libreria!
Ecco, è questo il ricordo principale che ho di Tecla Dozio: la grande convivialità che riusciva sempre a creare con gli scrittori, con i lettori, e tra tutti!

Verso di me provava affetto, persino tenerezza credo, e, ridendo, mi diceva spesso che io le facevo prendere dei colpi perché le comparivo davanti all’improvviso.
Aveva sempre un occhio di riguardo verso di me, e una volta, alla fine di una divertente serata con Pinketts e Wilma De Angelis, sapendo che ero andato lì con un gruppo di volontari, mentre me ne stavo andando via con loro, mi disse: “Sergio, ma ti fidi di questi ragazzi?”. Io le risposi solo con una fragorosa risata: il riferimento alla vicenda del Parco di Monza (vedi Solo!), per me, era  molto evidente!
E un’altra volta, leggendo un mio intervento dove la citavo, si commosse a tal punto da dover far continuare la lettura ad Alan D. Altieri, altra persona di squisita fattura.
E, lei, è stata pure una delle prime persone che più apprezzarono Mister Noir, il mio eroe seriale, volendo pubblicare la sua prima avventura anche sul suo sito Giallo & Co.

Mentre sto scrivendo queste parole mi sto accorgendo che ci sarebbero tanti altri aneddoti riguardanti il mio rapporto con Tecla Dozio, ma ora rischierei di fare soltanto un lungo aggrovigliamento di ricordi.
Tuttavia, prima di chiudere, ci sono altri tre momenti, legati alla mia passione/professione di scrittore, che meritano di essere ricordati.
L’opportunità che mi diede, aderendo a una sua iniziativa, di scrivere un thriller basato sui fatti del G8 di Genova, rivedendolo seguendo alcuni suoi consigli, che poi Altieri pubblicò su Il Giallo Mondadori Presenta.
La mia prima presentazione, in assoluto, in qualità di relatore, di un’antologia a cui avevo partecipato, che Sabato 7 Marzo 2009 feci in compagnia del mio ineffabile mentore Andrea Carlo Cappi.
E, infine, la bizzarra richiesta di Tecla, che, sempre quel giorno, mi invitò a scrivere un racconto di genere horror che avesse come titolo Ho avuto un problema coi capelli. Richiesta che soddisfai, consegnandoglielo di persona Domenica 5 Aprile 2009, pochi minuti dopo averlo finito, durante la festa di chiusura della Libreria del Giallo. Lei al momento si limitò a prenderlo, commuovendosi, ma poi mi scrisse un’e-mail definendo il mio racconto delizioso.

I due testi qui di seguito sono due messaggi di saluto, uno a nome mio e l’altro a nome di Mister Noir, che scrissi per Te la ricordi la Libreria del Giallo?, un’antologia curata da Umberto Torricelli e realizzata in copia unica per Tecla Dozio, consegnatale il 5 aprile 2009, in cui molti scrittori hanno voluto tributarle i propri pensieri e ricordi.
La foto che le separa, o che le unisce, è la stessa pubblicata nel libro, e ritrae me con Andrea Carlo Cappi e la mia immancabile amica Simona (alias Elena Fox, l’assistente di Mister Noir), durante la presentazione del 7 marzo 2009; così come le altre immagini.
(Foto di Sonia Rilletti e Arianna Zini)


Sergio Rilletti
Milano, venerdì 26 febbraio 2016

  
Qualcuno sa chi sono. Qualcun altro, invece, crede che io sia Mister Noir e mi ficca nei guai, pensando che, tanto, Mister Noir se la cava sempre!
Ma io so chi sono. (O almeno credo!)
Io sono il biografo di Mister Noir.
E non solo!
Io sono anche Sherlock Holmes, Hercule Poirot, August Dupin e Arsenio Lupin, che è impossibile non citare insieme, Fantomas, e Rocambole; e, tra un po' di tempo, quando sarò un po' più in là con gli anni, sarò pure Miss Marple!
Sì, perché noi siamo tutti i personaggi di cui leggiamo le storie, e la vita di ciascuna persona è un incredibile romanzo: ciascuno di noi è protagonista del proprio, e comprimario, comparsa, o "special guest", di vari romanzi altrui.
Noi, cara Tecla. ci conosciamo da circa 10 anni, e in tutti questi anni abbiamo seguito diversi amici scrittori creare diverse serie, facendo incontrare i protagonisti delle diverse saghe tra loro, creando dei veri e propri cross over letterari.
E tu, cara Tecla, con i tuoi incontri alla Libreria del Giallo e altrove, ci hai radunati tutti, permettendoci di conoscerci e apprezzarci a vicenda, facendo nascere nuove amicizie e opportunità, e tramutandoti quindi, a tutti gli effetti, in una sorta di vero e proprio cross over delle nostre esistenze!
Fosse solo per questo, dovremmo tutti ringraziarti!


Con tanto affetto,
Sergio Rilletti


Cara Tecla, Lei crede di non conoscermi, ma in realtà io sono venuto a trovarLa tante volte, in incognito, nei panni del mio biografo.
Mi ha fatto molto piacere veder pubblicata la mia prima avventura, La vendetta dell'uomo che non era mai nato, anche sul Suo sito, e mi congratulo con Lei per tutte le iniziative che ha organizzato in tutti questi anni, alla Libreria del Giallo e altrove, e per quelle che, sicuramente, continuerà a organizzare!
Ora non mi resta che salutarLa cordialmente, anche a nome di Elena Fox, che era presente Sabato 7 Marzo 2009 alla presentazione di Crimini di regime, sperando di poterLa rivedere al più presto (sempre in incognito, naturalmente!).


Con simpatia (spero!),
Mister Noir

martedì 9 febbraio 2016

MISTER NOIR: SANREMO CODE (Un racconto inedito basato sui titoli delle 20 canzoni in gara al Festival di Sanremo 2016)


Milano, lunedì 8 febbraio 2016, ore 12.00
Mister Noir ed Elena Fox stavano seguendo a distanza un uomo uscito da un portone in Viale Romolo: lui, Mr. Noir, seduto davanti, lei, Elena, in piedi dietro, a spingere la carrozzina del suo capo.
Guardando il cielo qualcuno aveva pronosticato il diluvio universale. Invece no: il cielo non era proprio blu, ma nulla di cui preoccuparsi. O almeno così speravano!

Venerdì 5 febbraio 2016, ore 10.15
L’aspirante cliente era bionda, disperata, e bella. E tra le lacrime, che si detergeva con un fazzoletto bianco, mostrò al detective una delirante lettera che aveva ricevuto. In piedi alla destra dell’investigatore privato c’era, come sempre, Elena Fox.

Cara Chiara, mia dolce neo-ex, io non ti amo più. Lo so che infinite volte ti ho detto che noi siamo infinito e che ti avrei portato via da qui, promettendoti cieli immensi. Ma il primo amore non si scorda mai.

Mister Noir guardò per un attimo la donna, poi posò uno sguardo interrogativo su Elena, che ne intercettò subito l’implicita domanda. Ma che scrive questo?
Lei rispose con un leggero colpo di tosse, e i due detective ripresero a leggere.

Quando sono lontano da lei, non vivo più. Lo so che ti sto facendo del male, ma ora o mai più (le cose cambiano). Mi dispiace tanto, ma torno da lei. Un giorno mi dirai come te la passi. Per ora, addio. Ex-Tuo, DD

“Se gli dispiace tanto, perché allora torna dall’altra?” proruppe Mr. Noir, con la sua pronuncia imperfetta ma dal tono ironico.
“Come, scusi? Non ho capito” disse la donna.
Elena si trattenne dal proprio ruolo di traduttrice simultanea, intuendo che, per una volta, l’ironia del suo capo non era indirizzata all’interlocutore di turno.
“E quella doppia D, che cosa significa?” finse di ripetere il detective, sempre in sintonia con la propria assistente.
“Diego Duchi: è il suo nome.”
“E il suo cognome?”
“Come, scusi?” chiese la donna, sgranando con dolcezza gli occhi. Questa volta l’aveva capito, ne era sicura, ma ciò che aveva capito non aveva alcun senso!
Elena, abituata alle manifestazioni di incredulità (o di irritazione) di chi incocciava nell’umorismo di Mister Noir, decise di intervenire. “E cosa possiamo fare per lei?”
“Non è da lui scrivere una lettera così. Non è in sé.”
“E chi ne dubita?!” esclamò ironico il carrozzinato.
“E voglio scoprire il perché.” E, detto ciò, la donna diede loro un proprio biglietto da visita.
Il detective lesse l’indirizzo,

Viale Liguria, 16

e sbuffò. Non sapeva perché, ma tra Celle Ligure e Sanremo, la Liguria aveva già reclamato più volte le sue attenzioni di detective. E ora l’avrebbe fatto pure in qualità di Viale!

Oggi, ore 12.10
Non era stato difficile decodificare il messaggio. Dopo che aveva accettato il caso, ammesso che potesse essere definito tale, Mister Noir si fece raccontare dalla sua cliente che tipo era Diego Duchi, chiedendole anche qualche informazione specifica, tra cui l’indirizzo. E, una volta congedata la donna e riletto con attenzione il messaggio, la soluzione gli si parò davanti agli occhi.
Ora i due detective svoltarono in Viale Liguria, e si bloccarono: Diego Duchi, l’uomo che stavano seguendo, era arrivato sotto casa della loro cliente.
Lei arrivò, e insieme raggiunsero un bar coi tavolini fuori. L’aria tiepida di quell’anomalo febbraio primaverile permise loro di stare all’aperto.
I due detective rimasero in disparte, a osservare la scena. L’uomo gesticolava, sventolando con passione la lettera che pensava gli avesse scritto lei, inneggiando all’intesa finalmente ritrovata; la donna cercò di dissimulare lo stupore, come le avevano consigliato i due detective al telefono, e in quel momento capì che Diego, da lei, voleva solo più attenzione, più complicità.
Poi, a un certo punto, li vide. E li notò anche lui.
Si avvicinarono.
“Sono due miei amici” annunciò Chiara.
“Piacere, Elena” si presentò la detective, stringendo la mano dell’uomo.
”E lei?” chiese l’uomo all’uomo in carrozzina.
“E io no!” ribatté Mister Noir, sottolineando l’ovvietà.
Dopo qualche secondo di costernazione, Elena prese la parola. “Be’, visto che siete reciprocamente in buona compagnia, ora vi lasciamo.”
Chiara li salutò con un sorriso, e, prima che Diego potesse chiederle spiegazioni su quel tipo indisponente, gli andò alle spalle e cominciò a leggere la lettera insieme a lui.

Caro Diego, ho riflettuto molto su quanto mi hai scritto, portando la tua lettera sempre con me nella mia borsa, la borsa di una donna. Ti avviso che non farò recriminazioni, parlando di me e di te, perché ho impostato la mia vita a vincere l’odio e tutto quello che può generarlo. Ma non accetterò nessun grado di separazione, rimuginando sogni e nostalgia. Ti scrivo queste parole semplicemente, col cuore che mi batte forte e facendo mezzo respiro per volta; ma ho capito ciò che hai voluto dirmi. Quindi, wake up baby, e ricominciamo! Ti amo sempre. Tua, Chiara

Ormai a parecchi metri di distanza dalla cliente, Elena, con fare noncurante, fece cadere due parole dal cielo. “Finalmente piove” disse. “O comunque… pioverà!”
“In che senso?” domandò lui, guardandola in tralice.
“Be’, in tanti anni che ci conosciamo, è la prima volta che ci occupiamo di un giallo-rosa!... E l’idea di rispondere a Diego Duchi con una lettera utilizzando i titoli delle altre canzoni di questo Festival di Sanremo, fingendo di essere Chiara, è stata davvero geniale!”
“Be’, cara Elena, leggendo la lettera di Duchi alcune parole mi balzavano agli occhi, come fossero scritte in neretto. Poi, quando Chiara ci ha detto che lui era un grande appassionato di musica, e quindi anche di Sanremo, ormai alle porte, ho capito che la lettera che le aveva scritto doveva essere un test, una richiesta di attenzione alle sue passioni e di complicità. E, una volta verificata questa mia ipotesi, ho attuato la mia soluzione.”
“E poi, com’era assolutamente prevedibile,” continuò Elena, “appena Duchi l’ha contattata per vederla, lei ci ha telefonato, informandoci pure sull’orario.”
“Già. E noi siamo venuti qui per verificare che, in effetti, tutto filasse liscio, senza improvvisi scatti di follia” finì lui.
Elena fece ancora qualche passo, poi si fermò. “Una curiosità” enunciò in tono beffardo. “Racconterai al tuo biografo anche questa nostra avventura romantica?”
“Certo. Anzi, lo farò appena arrivati a casa!... E sono certo che lui la scriverà e la pubblicherà prima dell’inizio del Festival!”
Ovviamente, Mister Noir, avrebbe avuto ragione anche questa volta!



venerdì 5 febbraio 2016

MyLife - AMICO SINCERO (Una poesia dedicata a don Serafino Marazzini)

Ti ho visto entrare.
Sprizzavi simpatia da tutti i pori,
con la tua allegria e la tua cresta di capelli in testa.
Per anni sei stato per me un angelo.
Un angelo:
non sapevo molto su di te,
comparivi di tanto in tanto,
eppure sentivo che si era creata
un'affinità.
Non ti vedevo quasi mai,
ma eri sempre presente
a rincuorarmi
quando avevo dei dubbi.

Noi parlavamo molto, Don,
veramente tanto.
E se le persone sapessero
che stravolgimenti straordinari
può avere la propria vita
da una semplice, amichevole conversazione,
allora comunicherebbero molto di più.

Parlai con te,
fui travolto dagli eventi;
e dal mio tranquillo, sicuro e beneamato
eremo,
mi ritrovai catapultato
nella sfavillante vita cittadina.

Tu mi hai fatto conoscere delle persone splendide,
che poi, col tempo,
si sono trasformate nei miei insuperabili amici.
E da allora,
la mia vita
non ha più confini.


©Sergio Rilletti, 1994