mercoledì 15 novembre 2017

MyLife - IL FIORELLINO CHE CAMBIO' IL MONDO (Una poesia autobiografica inedita)


Si dice che il battito d’ali di una farfalla può provocare un uragano dall’altra parte del mondo. Ma io ho conosciuto un fiorellino che è riuscito a stravolgere, a ribaltare completamente, la mia vita e, quindi, quella di molte altre persone.
Un fiorellino dal nome particolare: non si chiama né Margherita né Rosa né Viola.
Non si chiama neanche Mughetto, per fortuna!
Il suo nome è: Simona.
E ha le sembianze di una fanciulla.
Una bella fanciulla a cui è impossibile non dedicare una poesia!...

Ti ho conosciuta tanti anni fa,
in una sera che sembrava primaverile;
era il 15 novembre di trent’anni fa,
quando si incontrarono le nostre vite.
Era una sera bella, da Estate di San Martino,
a Villa Radice Fossati;
e, oltre agli altri, c’erano pure Enzo e don Serafino,
a quella bella Festa della zona
e della Parrocchia San Martino,
a cui mi ero trattenuto solo per puro destino.
Tu per prima mi hai notato,
e, complice un racconto su un libriccino,
subito un complimento mi hai donato.

Così il mio sicuro eremo abbandonai,
e a farmi nuovi amici, e soprattutto amiche, cominciai.
Prima all’Oratorio, poi all’Aias e altrove,
tu mi seguivi sempre, con attenzione;
sul notiziario parrocchiale sempre mi incontravi,
e la Scuola del Fumetto tu mi indicai,
e io, grazie a te e a un gruppo di amici, e soprattutto di amiche,
un corso serale di Sceneggiatura frequentai,
e nuovi rapporti mi creai.
E così, quando andai a lavorare all’Agenzia giornalistica Hpress,
relazionarmi con gli altri era un piacere, e mai uno stress.

Tu, di me, hai letto con passione sempre tutto:
articoli, poesie, racconti, e persino sceneggiature,
di cui, ammettiamolo, a parte dialoghi e didascalie,
o ti metti di buzzo buono o non capisci proprio un tubo.

Tu ti preoccupavi della mia scrittura e dei miei rapporti sociali,
e dei buoni consigli sempre, o quasi, mi davi.
Ogni settimana mi venivi a trovare,
e almeno tre novità ti dovevo dare:
non importava se in ambito lavorativo o amicale,
ma volevi controllare che mi dessi da fare.

Tu mi sei stata vicina anche in un periodo particolarmente oscuro,
e io, con te, mi sentivo sempre al sicuro.
Persino al dottor Cantoni, pur non avendoti conosciuta, eri simpatica,
perché tu, con la tua irruenza, mi davi la giusta carica.

Persino su Facebook mi hai fatto iscrivere,
per ritrovare gli amici che avevo perso di vista;
e anche le radio mi hai fatto contattare,
per i due giovani che al Parco di Monza mi avevano salvato,
e che avrei voluto tanto rintracciare e ringraziare.
A Tutti i colori del giallo, su Rai Radio Due, siamo andati,
e la mia vita è presto cambiata:
uno scrittore abbastanza conosciuto sono diventato,
i falsi amici, anche se non fisicamente, ho eliminato,
e ora pure la prima Civettina d’Oro, per meriti culturali, mi hanno dato.

Orsù, Amica Cara,
la mia poesia finisce qui.
E’ vero, avrei tante altre cose da dire,
ma l’ora del nostro appuntamento
sta per venire al mio cospetto.
Comunque, questa è la verità:
di me, e di ogni persona che ho incontrato,
tu hai cambiato la realtà.
E quando quel dì ti incontrai,
“Che bel fiorellino!” subito come Mister Noir, pensai.
E oggi, come allora, continuo a pensare
che tu sia un bel fiorellino:
un gran bel magico fiorellino
di nome Simona.

©Sergio Rilletti, martedì 14 novembre 2017 – ore 17.47


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